Cos’è l’osteopatia? Cosa sono le lesioni osteopatiche?
La conoscenza dei micro movimenti ci porta a definire l'osteopatia. Molte leggende sono legate all'osteopatia, leggende spesso dovute agli osteopati stessi. Volevano farne una tecnica misteriosa, una tecnica riservata ad una élite. E' necessario rimettere le cose al loro posto. L'osteopatia è una tecnica medica che ha i suoi limiti. Basata sulla fisiologia dell'apparecchio locomotore, le sue indicazioni sono ben precise. Necessita di una buona sensibilità, un indirizzo tecnico molto profondo, ma è accessibile a tutti coloro che hanno il coraggio di impararla.
A proposito della fascia e del tessuto connettivo, abbiamo detto che la funzione meccanica delle aponevrosi era innanzi tutto quella di trasmettere le tensioni, sia le tensioni fisiologiche che quelle patologiche. Nel campo della funzione locomotrice, le due forme sono un'unica cosa. Sono tensioni che provocano i micro movimenti articolari. Per delle ragioni diverse: mancanza di motilità dei tessuti, stasi di liquido, stati infiammatori locali, disequilibri statici, piccole contratture, reazioni al dolore, ecc. esse possono diventare permanenti e disequilibrare i micro movimenti. Lì è la lesione osteopatica.
“La lesione osteopatica è una tensione che, a livello dei micro movimenti, tira la parte mobile verso essa e le impedisce il movimento inverso“.
La lesione è la tensione. A livello dell'articolazione, il disequilibrio non supera le possibilità fisiologiche di lassità. Saremmo tentati di dire che si tratta di una lesione fisiologica. Non è una sublussazione e ancor meno una lussazione.
Da una trentina d'anni, l'osteopatia si è considerevolmente evoluta. La prima scuola di osteopatia fu creata in Francia da un mio amico Paul Geny nel 1947. Fu un precursore troppo dimenticato ai giorni nostri. A quell'epoca l'osteopatia era molto vicina alla Chiropratica. L'esame del paziente era più che elementare per non dire inesistente. Le correzioni si chiamavano allora “manipolazioni” ed erano assai… brusche, la forza sostituiva generalmente la precisione.
L'osteopatia moderna parte innanzi tutto da un esame preciso che si situa là dove vi è possibilità di lesione. Non si tratta di un esame locale della zona dolorosa – il dolore spesso è lontano dalla lesione -, è un esame generale che permette un ragionamento terapeutico. Deve localizzare la lesione primaria, quella che bisogna correggere, e le lesioni secondarie di compensazione. Si tratta della parte più difficile dell'osteopatia ed è la parte più importante. Le correzioni, che ora chiamiamo “normalizzazioni”, sono delle manovre dolci che escludono tutto il movimento forzato, tutto l'utilizzo della forza. Esse sono destinate a riequilibrare dei micro movimenti che non ricevono alcun peso, alcuna forza di coaptazione delle superfici; normalmente sono completamente libere.
Le “normalizzazioni” si realizzano in tre tempi indispensabili da rispettare. Il primo tempo è un posizionamento del paziente che localizza perfettamente il movimento correttore all'unica articolazione in causa. Una volta ottenuta questa posizione, il secondo tempo porta dolcemente la parte mobile al limite della correzione. Il terzo infine, tenendo presente che un micro movimento deve essere corretto da un micro movimento, corregge la lesione attraverso un piccolo movimento. Esso viene realizzato: sia da un movimento dolce ma rapido che gli inglese chiamano “Trust”, sia, quando è possibile e di solito lo è nella maggior parte dei casi, da un tempo respiratorio correttore. L'inspirazione porta tutti i segmenti pari verso la rotazione esterna e apre le curve vertebrali, l'espirazione le porta verso la rotazione interna e chiude le curve vertebrali.