Il pompages cambia in funzione delle strutture trattate?

Il pompages cambia in funzione delle strutture trattate?

Tecnica dei pompages

Al di là dei massaggi che non ricordiamo in questa occasione, la Terapia Manuale si appoggia su tre tecniche che sono la base di tutto il nostro lavoro: la tecnica dei “pompages” che dobbiamo a un osteopata il Dr. Cathie, la rieducazione dei micro movimenti che costituisce l'osteopatia, l'armonizzazione posturale. Per noi non sono delle tecniche indipendenti, ma nei nostri trattamenti sono sempre complementari l'una con l'altra a seconda delle patologie incontrate. Le ritroviamo in tutte le fasi della nostra pratica.

Anche se avvalorata da un americano la tecnica dei pompages, come molte delle nostre pratiche fisioterapiche, deriva dal massaggio svedese. Allora veniva chiamata “le manovre di tirare-lasciare”. In Terapia Manuale ha quattro scopi terapeutici: migliorare la circolazione lacunare, lottare contro le retrazioni muscolari, contro le degenerazioni cartilaginee e le rigidità articolari e combattere i dolori di tensione.

Qualsiasi sia il suo scopo, una manovra di pompage si fa sempre in tre tempi: una messa in tensione, l'utilizzo della tensione ottenuta, il rilasciamento della tensione.

  1. La messa in tensione è sempre la stessa. Non si tratta di trazione e nemmeno di allungamento. Deve essere: lenta, regolare e progressiva, mai superare l'elasticità fisiologica dei tessuti. E' una nozione molto importante che molte tecniche moderne trascurano. Pensare che più la trazione è forte e più è efficace è un grave errore. I tessuti umani hanno tutti, a gradi diversi, una certa elasticità. E' fisiologica, ma non deve essere superata. Al di là i tessuti si difendono contro questa aggressione, non solo attraverso dei riflessi di difesa locali: contratture, spasmi, densificazione del connettivo, ecc. Ma spesso anche attraverso dei riflessi neurovegetativi: nausee, brividi, vertigini, ecc. che bisogna assolutamente evitare. Sono inutili e portano spesso a risultati contrari rispetto a ciò che si vuole ottenere con il trattamento.
  2. Secondo lo scopo terapeutico, la conservazione della tensione sarà più o meno di lunga durata.
    • In un lavoro circolatorio, è il terzo tempo che sarà importante. Il controllo della tensione sarà di qualche secondo affinché il terapista percepisca facilmente il rilasciamento.
    • In un lavoro sulle retrazioni muscolari, che sono la patologia della tonicità, è importante il secondo tempo. La retrazione tonica è dovuta alla penetrazione troppo importante dei miofilamenti di actina tra i miofilamenti di miosina a livello dei sarcomeri. Utilizzando la viscoelasticità della fibra muscolare, una tensione sufficientemente prolungata (da 20 a 30 secondi) obbliga i miofilamenti di actina a scivolare verso l'allungamento.
    • Nei trattamenti articolari, il mantenimento della tensione ha la stessa importanza.

    Per le degenerazioni cartilaginee (artrosi), permette ciò che chiamiamo la “reidratazione della cartilagine”. Questo tessuto connettivo particolare non è irrigato dalla circolazione sanguinea. Gli elementi nutritivi pervengono dai tessuti vicini per mezzo della circolazione lacunare. L'articolazione è in questo caso una pompa fisiologica. Nella “decoaptazione” delle superfici, la pressione intra articolare diminuisce, il liquido lacunare dei tessuti vicini viene come “aspirato” nella cartilagine; la “coaptazione” al contrario, aumentando la pressione, espelle la linfa interstinale. Nelle artrosi delle articolazioni d'appoggio dove la compressione domina, i “pompages” articolari permettono di equilibrare la circolazione lacunare. Nei trattamenti di recupero funzionale, è ugualmente importante. La lassità articolare è fisiologica e indispensabile per il buon funzionamento dell'articolazione. Permette il nutrimento della cartilagine, come abbiamo appena visto; per mezzo di piccoli scivolamenti permette l'adattamento delle superfici sempre molto irregolari, particolarmente negli appoggi; permette anche dei micro movimenti complementari di cui riparleremo.

  3. Il rilasciamento della tensione deve sempre essere abbastanza lento. Lo sarà particolarmente nei pompages circolatori. Dobbiamo tenere presente che la circolazione sanguinea e la circolazione linfatica non sono, in senso proprio, delle circolazioni vitali. Esse trasportano il liquido vitale nei tessuti e lo riportano al sistema cardio-vascolare. Tutti gli scambi osmotici cellulari, tutti i fenomeni di fagocitosi immunitaria si localizzano a livello del liquido lacunare, in modo particolare quello del tessuto connettivo. Il motore di questa circolazione lacunare è la motilità dei tessuti gli uni sugli altri. La minima interruzione di questa motilità blocca la circolazione lacunare e provoca ciò che in patologia vengono chiamate “stasi liquide”. Il ritorno lento e controllato della tensione nel terzo tempo del pompage obbliga la Fascia a vincere tutti i suoi blocchi, a liberare la motilità. Si tratta di un vero massaggio in profondità.

Iscriviti ai nostri corsi

Organizziamo corsi di formazione di Terapia Manuale esclusivamente per medici e fisioterapisti con un programma didattico completo e in continuo aggiornamento.