C’è differenza tra muscoli tonici e muscoli fasici?

C’è differenza tra muscoli tonici e muscoli fasici?

Il muscolo tonico e fasico

Il muscolo è il secondo elemento meccanico di cio' che gli osteopati hanno chiamato “il fascia”. Molti fisioterapisti sono rimasti alla vecchia concezione della muscolatura come unica responsabile di una serie di patologie cosiddette muscolari che spiegherebbero l'origine di dolori, deformazioni, ecc… Tutti i trattamenti dovrebbero dunque passare per un lavoro muscolare costituito da movimenti contro resistenza. Dobbiamo abbandonare questa concezione errata, quest'idea sbagliata che la ginnastica sia una terapia. Abbiamo tre tipi diversi di muscolatura e non sono praticamente mai causa primaria della patologia, ma sempre la vittima di un'alterazione fisiologica.

Il nostro sistema locomotore ha il compito di avvolgere due grandi funzioni tra loro complementari ma fisiologicamente del tutto distinte: la “funzione dinamica” quella dei nostri gesti e dei nostri movimenti e la “funzione statica” che controlla la posizione eretta in tutte situazioni di locomozione. E' facile capire che queste due funzioni non possono dipendere da uno stesso sistema muscolare o, più esattamente, da una stessa funzione neuro-muscolare. La differenza non sta nella parte puramente muscolare, ma nella parte neurologica. Esse non possono avere la stessa patologia e ricevere lo stesso tipo di trattamento.

  1. La muscolatura dinamica è quella che Ranvier ha chiamato “muscolatura fasica”, cioé che interviene in maniera episodica, per fasi, quando viene sollecitata. E' una muscolatura volontaria, che risponde alle nostre sollecitazioni psichiche. Possiamo commandarla, dirigerla, orientarla. E' la muscolatura che ben conosciamo, sulla quale si basa la ginnastica. La sua patologia è sempre la debolezza: fatica, atrofia, paresi, paralisi, ecc. Le sue due qualità meccaniche sono la forza che è sempre l'obiettivo della rieducazione funzionale, ma anche la resistenza, probabilmente più importante, ma più spesso dimenticate.
  2. La muscolatura statica è quella che Ranvier ha chiamato “muscolatura tonica”, cioé che è in tensione permanente. E' una muscolatura riflessa e praticamente inconscia. La nostra volontà non ha alcuna influenza su di essa. Non la possiamo né comandare né dirigere. Paradossalmente, essa non sembra interessare molto i professionisti dei muscoli, il che non è grave, ma neppure i fisioterapisti, il che è un errore. Il lavoro sulla postura, oggi tanto di moda, deve essere totalmente rivolto a questa muscolatura che è in attività 24 ore su 24 e alla sua patologia che è la retrazione. Agendo per via riflessa, essa ha sempre forza sufficiente per la funzione proporzionale all'intensità del riflesso; il trattamento deve focalizzarsi sugli accorciamenti. Dobbiamo tener presenti due forme di tonicità:
    • La “tonicità posturale” è per noi fondamentale. Riguarda tutti i trattamenti della funzione statica, tutto il lavoro cosiddetto posturale. Il muscolo, quale che sia, dovendo seguire la legge della dinamica delle forze, puo' esercitare una tensione soltanto in un senso; gli serve un punto fisso e un punto mobile. Dato che la tonicità posturale ha la funzione di equilibrare i segmenti gli uni sugli altri, i suoi punti fissi saranno evidentemente distali, cioé più vicino possibile al suolo ; suoi punti mobili, che chiameremo oscillanti, saranno prossimali. Ad eccezione del retto anteriore e del vaste mediale a livello della coscia, del tibiale posteriore a livello dalla gamba, tutta la tonicità dell'arto inferiore e del tronco è una tonicità di questo tipo.
    • La “tonicità di sospensione” è meccanicamente l'inverso. Il suo punto fisso è prossimale, il suo punto mobile è distale a livello del segmento sospeso. E' la tonicità dell'arto superiore e in gran parte quella del rachide cervicale che controlla il cingolo scapolare, l'arto superiore e la gabbia toracica.
  3. Il terzo tipo di muscolatura è una scoperta recente. La dobbiamo agli studi di Burke negli U.S.A. nel 1972. E' una muscolatura che lavora in modo inconscio al servizio della funzione dinamica. Abbiamo definito questa funzione “tono direzionale”. E' una funzione di cui già Pavlov aveva supposto l'esistenza definendola “riflesso di orientamento” e di cui aveva parlato Sherrington chiamandola “riflesso di risveglio”. Esso è costituita da un terzo tipo di fuso neuromuscolare a sacco come quello fasico, ma innervato da fibre più sottile di quelle dei fusi fasici. Questa muscolatura incosciente entra percio' in contrazione prima di qualunque movimento per orientare i segmenti e preparare le contrazioni fasiche di movimento. Tutto cio' è ancora per noi abbastanza misterioso, ma siamo convinti che questa fisiologia assumerà in futuro una considerevole importanza per la rieducazione funzionale.

Ci riserviamo di appofondire prossimamente l'argomento del tono posturale, dalla sua patologia e del relativo trattamento fisioterapico.

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