Globalità
Intesa come globalità di sistemi nervoso vascolare muscolare endocrino articolare ecc senza dimenticare l’aspetto psicologico emozionale (il modello biopsicosociale)
Nel mondo della fisioterapia dobbiamo fare un salto quantico.
Non possiamo più continuare a dire di lavorare in globalità quando controlliamo solo il sistema muscolare
Dobbiamo recuperare la mobilità tra e dei vari sistemi, l’unica struttura in comune a tutti i sistemi è il tessuto connettivo e la neuroscienza adesso ci aiuta a capirne la fisiologia.
Il tessuto connettivo e la sua mobilità saranno il nostro primo campo d’azione.
Movimento
Il movimento è vita, tutti i sistemi devono potersi muovere senza trascinare gli altri
La priorità del corpo umano in tutta la sua evoluzione è stata quella di conservare la specie e di vivere.
Il corpo umano è sempre in uno stato di bilanciamento in funzione delle sue possibilità di adattamento. Il cervello riceve continuamente informazioni da tutti i sistemi e in funzione di queste organizza postura, compensi e sistemi di allarme che permettano la vita nel modo più semplice ed economico possibile. Sono soluzioni che il cervello usa per mantenere un equilibrio vitale.
Dove non c’è movimento ci sono patologia e stasi, da queste zone partono informazioni alterate che disturbano e creano sistemi di allarme che obbligano il cervello a creare compensi.
Questo è il concetto più importante per noi
Il corpo umano ha una capacità di adattamento infinita ed è quando questa risulta compromessa che iniziano i problemi, il nostro lavoro non sarà più un solo recupero di range di movimento ma dobbiamo creare un vero cambiamento informazionale .
Recuperare il movimento perso in qualsiasi zona anatomica sarà il nostro secondo campo d’azione.
Tecnica
Tutte le tecniche funzionano così come nessuna tecnica funziona con tutti i pazienti o è meglio delle altre.
Con l’ascolto e l’osservazione ci siamo resi conto che il corpo lavora miscelando tra loro i principi di tutte le tecniche esistenti ma difficilmente ne esalta una sola
Il corpo conosce già tutte le tecniche anche quelle a noi ancora sconosciute. Se impariamo dalla fisiologia e dall’anatomia potremmo fare molto di più per i nostri pazienti usando le diverse tecniche in modo specifico o integrato.
Non imporre la tecnica al corpo, ma seguirne la natura sarà il nostro terzo campo d’azione.